Se un pilota automobilistico potesse vedere il doppio di quello che vede,
se un campione di golf o di tiro al piattello potesse avere una acuità visiva
superiore al normale non potrebbe migliorare le sue prestazioni? Se un pilota di
un caccia da guerra potesse vedere di più del suo avversario non avrebbe
maggiori probabilità di “uscire vivo” o di vincere comunque la sua battaglia? Se
un comune mortale potesse aumentare significativamente la sua acuità visiva non
potrebbe avere vantaggi sostanziali nella sua vita quotidiana e lavorativa?
E’ fantasia tutto ciò o è realtà? Ora o in futuro?
Cos’è la supervisione?
Un occhio sano che ha una vista “normale” si dice che vede 10/10; in realtà
questa è una convenzione scientifica ad uso soprattutto dei medici oculisti per
avere un preciso riferimento onde poter misurare la vista di un occhio che ha
problemi di vista e/o di salute.
L’occhio umano è un buon sistema ottico, ma è tutt’ altro che perfetto, anzi
racchiude in sé molte imperfezioni che scientificamente vengono definite
“aberrazioni ottiche”.
Per effetto di queste aberrazioni un oggetto non viene visto com’è realmente, ma
in modo leggermente modificato: ad esempio, un puntino luminoso può apparire
come una macchiolina a forma di goccia o di stellina. Queste imperfezioni
vengono solo raramente percepite dalla persona, ma fanno comunque registrare
alla retina un’immagine qualitativamente non ottimale e ciò ha influenza
sull’acuità e sulla qualità visiva.
• un topografo corneale che permetta di ottenere le “altimetrie” della cornea, proprio come fosse una cartina geografica, il suo spessore e tutta una serie di informazioni che prima era impossibile avere.
• Un aberrometro che permetta di valutare quantitativamente e qualitativamente il difetto visivo, mediante un sistema a raggi infrarossi, che riflettono sulla retina e fuoriescono. L’aberrometro analizza le informazioni che provengono dall’occhio e tramite complesse formulazioni matematiche dà una mappa delle aberrazioni dell’occhio in esame, dando anche il difetto refrattivo: si otterrà quindi la misurazione del difetto visivo in qualità e in quantità.
Questi due sistemi vengono uniti mediante un software.
• Il risultato degli accertamenti precedenti viene inserito in un laser ad eccimeri di quarta generazione, per eseguire il trattamento lasik “ad hoc”, utilizzabile solo ed esclusivamente sull’occhio esaminato; ciò perché ogni aberrometria è assolutamente personalizzata, individuale, anche perché nessun occhio umano è simile a un altro; come le impronte digitali sono diverse da persona a persona così è anche per le aberrazioni.
Questo trattamento permette di correggere le aberrazioni dell’occhio, spesso
causa di una cattiva qualità della visione e quindi incrementare l’acuità
visiva; ma affinché il trattamento abbia significato e sia in grado di
migliorare l’acuità visiva occorre che ci siano aberrazioni in quantità e
qualità tali da limitare la vista.
E fortunatamente i pazienti con aberrazioni importanti sono pochi!